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L'economia politica, nell'ambito delle scienze sociali, è "la scienza che studia il comportamento umano come relazione tra fini e mezzi scarsi suscettibili di usi alternativi". È la definizione di Lionel Robbins e coglie, secondo l'opinione ortodossa, l'essenza della teoria economica stessa che assume come proprio oggetto di studio non il reddito, la produzione e il consumo e le altre grandezze economiche, ma i modi e i criteri attraverso i quali gli individui scelgono i beni necessari a soddisfare i propri bisogni, nei casi in cui tali beni non siano disponibili per tutti e, quindi, abbiano un prezzo. L'aria, ad esempio, bene fondamentale affinché ciascuno di noi possa soddisfare il bisogno di respirare, pur essendo indispensabile, non rientra tra i beni oggetto di studio dell'economia perché è disponibile in quantità superiore a quella necessaria per la sopravvivenza di tutti. Nel caso in cui, in una ipotesi peraltro neanche tanto remota dato l'inquinamento del pianeta, l'aria divenisse scarsa rispetto al fabbisogno collettivo, si innescherebbe una competizione per approvvigionarsene e l'aria comincerebbe ad avere un prezzo. Solo in questo caso inizierebbe ad essere studiata dagli economisti. L'economia politica si distingue in due grandi macroaree, la microeconomia, che si occupa dei fenomeni a livello individuale, e la macroeconomia, che studia i fenomeni a livello aggregato o collettivo.